La pausa caffè provoca il licenziamento: la nuova normativa è durissima e bisogna adeguarsi

È cambiata la normativa sulla pausa caffè al lavoro: le regole sono rigidissime e quando non si seguono si rischia il licenziamento.

La pausa caffè è il momento più atteso dai lavoratori, tuttavia bisogna prestare davvero attenzione a quanto facciamo durare questa pausa, dato che superare i limiti consentiti dalla normativa può causare il licenziamento istantaneo.

Nuova normativa sulla pausa caffè
La pausa caffè potrebbe farti licenziare – Gioianews.it

È già successo a tante persone, come a un ausiliare del traffico che è stato beccato a fare sei pause caffè al giorno da più di 20 minuti l’una. Un po’ troppo per il datore di lavoro, che ha deciso di licenziare l’uomo perché non stava svolgendo le mansioni per le quali era pagato. A nulla è servito il ricorso del dipendente, che è stato respinto anche dalla Corte di Cassazione.

Troppe pause al lavoro? Ecco quando la pausa caffè provoca il licenziamento

Insomma se si esagera con le pause dal lavoro, la legge non può più tutelare il lavoratore dipendente. Ma ci sono anche casi in cui la pausa caffè non solo è necessaria, ma anche obbligatoria per certe categorie di lavoratori. È un esempio il caso di un camionista licenziato dal datore di lavoro per delle pause non autorizzate durante il tragitto, pause che i giudici hanno invece ritenuto necessarie per il benessere del lavoratore e per la sicurezza stradale. Insomma la pausa caffè può diventare più o meno ‘illegale’ in base al lavoro che si sta svolgendo.

Nuova normativa sulla pausa caffè
Ecco cosa dice la normativa sulla pausa caffè al lavoro – Gioianews.it

A capire quando le interruzioni del lavoro sono legittime o no ci aiuta, come sempre, la legge italiana. Secondo la normativa vigente attualmente in Italia – integrata anche dalle clausole inserite nei contratti collettivi nazionali e dai regolamenti aziendali – ogni lavoratore ha diritto a una pausa minima di almeno 10 minuti su un orario di lavoro giornaliero di oltre 6 ore. La pausa ha un effetto positivo sul lavoro: serve al lavoratore per recuperare le energie psico-fisiche e riprendere al meglio la propria mansione. Proprio quest’ultima stabilisce la durata e la quantità delle pause consentite ed è il motivo per il quale alcune categorie di lavoratori – come colf, badanti, trasportatori, videoterminalisti e minorenni – hanno diritto a più ‘pause caffè.

Dunque chi svolge il proprio lavoro davanti un monitor ha diritto a una pausa di 15 minuti ogni 2 ore di lavoro quando si svolgono almeno 20 ore settimanali, oppure i lavoratori domestici che offrono assistenza e cura devono avere garantite 11 ore di riposo consecutivo durante la giornata. Dunque il licenziamento per delle pause prolungate dal lavoro deve essere ben giustificato in base alla tipologia e alle condizioni di lavoro del soggetto incriminato. Niente pericolo quindi per una pausa caffè da cinque minuti insieme ai colleghi, ma occhio a non esagerare!

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